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L'apparente pessimismo di queste pagine - che raccontano il fallimento della generazione del protagonista e il disfacimento delle speranze di un mondo nuovo che avevano caratterizzato gli entusiasmanti anni Ottanta e Novanta, non è da intendersi come pessimismo da "discorso chiuso". È, al contrario, il tentativo di mettere in campo le ragioni della speranza, o, quantomeno, di riflettere sul significato di essa oggi. La ragione disperata non è la fine della ragione. Pagine "aperte", dunque, dove una speranza, seppur flebile, rimane comunque una speranza. Questo breve lavoro, il primo di genere narrativo in cui l'autore si cimenta dopo varie pubblicazioni di carattere storico e sociale, vuole anche essere un omaggio ai luoghi della memoria della Sicilia della tradizione mineraria e contadina. Una Sicilia che, nel bene e nel male, non c'è più, un mondo storicamente chiuso, definitivamente concluso, che rimane solo nella memoria di chi vuole, attraverso un'immaginaria lanterna, visitarne i sotterranei luoghi in un viaggio a ritroso nei ricordi a mo' di un nuovo disperato viaggio di Odisseo in una Itaca che non c'è più, inghiottita dal suo stesso mare.